Il filo nascosto - recensione - film
2017,  Innamorarsi,  Riflettere,  Sorprendersi

Il filo nascosto

Il filo nascosto è l’ultima opera di Paul Thomas Anderson e l’ultima interpretazione della carriera di Daniel Day-Lewis. La storia è quella di Reynolds Woodcock, sarto perfezionista e talentuoso, ma anche uomo anaffettivo, incapace di amare e di tessere relazioni amorose.

Un ritratto umano e una storia d’amore sono le stoffe che vestono la trama, ma il filo nascosto del film è troppo nascosto e non buca mai il tessuto. Almeno fino al finale, quell’ultimo ricamo senz’altro spiazzante, netto e preciso, che impone allo spettatore di chiedersi una spiegazione del film.

A rendersi difetto è per lunghi tratti la mancanza di conflitto e di una narrazione vera e propria, in favore di una sorta di studio di modello, come un sarto che prende le misure e i dettagli del corpo, senza lasciarlo sfilare, esibirsi e magari inciampare. Il film diviene così, a personale avviso, noioso e ammorbante.