suburbicon film recensione
2017,  Sorprendersi,  Tendere i nervi

Suburbicon

L’idilliaca America delle case a schiera e la famiglia perfetta durante il boom economico, in un quartiere ordinato e sereno. Un ameno quadretto, rovesciato e sporcato da Suburbicon, film di George Clooney scritto dai fratelli Coen.

Il film è un puzzle in cui, un pezzo dopo l’altro, gli eventi si susseguono a cascata, ribaltando le apparenze e susseguendo una sorpresa dopo l’altra. Il tutto pervaso (ovviamente) da un venato umorismo nero, quasi da black comedy, in cui si riconosce il tratto distintivo dei Coen.

Non solo intrattenimento, ma anche più di qualche messaggio sotteso, giocato sul tema dello sguardo.

Guardiamo soventemente gli altri e non quello che succede in casa nostra, giudicando e facendolo spesso con accanimento. Proprio come succede a Suburbicon, dove una famiglia di colore cattura ogni sguardo, mentre nella casa vicina accade ogni genere di atrocità. Inevitabile dunque evincere anche una morale anti discriminatoria e anti razzista.

Che altro dire? Bello.