• youth
    2015,  Riflettere

    Youth

    Guardare Youth, è come scartare un Bacio Perugina, buono e adornato da una bella frase, ma pur sempre solo un cioccolatino. Sorrentino sembra compiacersi delle sue capacità, beandosi nel mostrarci la sua indubbia bravura registica con qualche virtuosismo e tecnicismo, inquadrature e movimenti di macchina intelligenti, dimenticandosi però dello spettatore. I dialoghi tra i protagonisti e i loro accenni offrono spunti di riflessioni esistenziali e gli attori, soprattutto Harvey Keitel e Michael Caine, riescono a dare spessore ai personaggi, fragili e tormentati. Ciò che invece va a perdersi tra questi barocchismi è la drammaturgia, la narrazione, la capacità di coinvolgere chi siede sulla poltrona rossa, di emozionarlo, sorprenderlo, scioccarlo. Soprattutto di non annoiarlo. Credo…