allucinazione perversa film recensione
1990,  Sorprendersi,  Spaventarsi

Allucinazione perversa

Dopo essersi affermato come uno dei registi di maggiore successo degli anni 80, grazie a Flashdance (1983), 9 settimane e ½ (1986) e Attrazione fatale (1987), Adrian Lyne cambia registro e gira Allucinazione perversa, un film che imperversa tra horror, thriller e dramma.

Protagonista è Jacob Singer (il sempre speciale Tim Robbins), reduce del Vietnam che inizia ad avere terribili allucinazioni.

Non vogliamo discutere del significato del film per non rovinarne la visione, ma è sufficiente invece dire che l’opera è frutto di uno story-concept molto accattivante, che si sviluppa efficacemente in climax di crescente panico. Non c’è forse “l’effetto wow”, aspetto comunque soggettivo, ma il finale è senz’altro suggestivo.

Allucinazione perversa ha ispirato svariati horror successivi e applica anche un effetto speciale all’epoca innovativo, filmando una persone mentre scuote la testa con un basso frame rate.