an inspector calls film recensione
1954,  Investigare,  Riflettere

An inspector calls

An Inspector Calls è un film giallo del 1954 diretto da Guy Hamilton, regista celebre soprattutto per aver girato Agente 007 – Missione Goldfinger e altri 3 episodi di James Bond. La pellicola è tratta dall’omonima opera teatrale (in italiano: Un ispettore in casa Birling).

A casa Birling è in corso una festa di fidanzamento, ma l’arrivo dell’ispettore Goole scombina i piani della famiglia. Una ragazza si è suicidata e l’insano gesto ha a che fare con loro.

Il film, almeno nella struttura di base, ci ricorda Agatha Christie, con l’ispettore che riunisce tutta la famiglia e attraverso il dialogo ci racconta tutta la storia, risolvendo il caso. An Inspector Calls è però qualcosa di diverso, soprattutto per il messaggio che ci vuole dare: ciascuno di noi è responsabile dell’altro, perché le nostre azioni hanno conseguenze.

Ma è soprattutto il finale, assolutamente spiazzante, a dare valore e originalità al film, oltre a lasciarci la possibilità di reinterpretare tutta la storia e di analizzarne i significati (ma se non avete voglia di farlo, l’abbiamo fatto noi per voi – La spiegazione di An Inspector Calls).

Un appunto finale sull’ispettore stesso, un Alastair Sim, che con la sola espressività contribuisce a dare fascino (e inquietudine) alla vicenda.

Curiosamente, considerata la poca popolarità in Italia, il film in versione sottotitolata è stato distribuito da Netflix ed è dunque disponibile alla visione.