apri gli occhi film recensione
1997,  Sorprendersi,  Tendere i nervi

Apri gli occhi

César è seduto a terra, nella cella di un carcere, e con il volto ricoperto da una una maschera cerca di spiegare al proprio psichiatra com’è finito lì. Tutto ha avuto inizio quando ha conosciuto a una festa la bellissima Sofia, mentre cercava di liberarsi di Nuria, una spasimante al limite del maniacale. Apri gli occhi è un film spagnolo che ha ottenuto un grande successo. Nel 1997, infatti, mentre Titanic sbancava i botteghini del mondo, a Madrid gli spagnoli gli preferivano il film di Alejandro Amenábar, capace di batterlo al box office.

Il film è particolare, non c’è dubbio. Dopo un inizio accattivante, ma aderente alle commedie amorose, prende una deriva via via sempre più misteriosa e inquietante, in cui realtà e illusione si sovrappongono e confondono. Da spettatori non possiamo far altro che seguire le apprensioni di César, in bilico tra dramma e thriller, incapaci di prendere le misure, di distinguere i sogni dai fatti. Noi con lui.

Apri gli occhi ha davvero tutte le carte in regola, sia negli aspetti tecnici sia in quelli più artistici, distinguendosi per la storia originale. Quattro anni più tardi è stato girato un remake hollywoodiano, Vanilla Sky, in cui penelope Cruz interpreta lo stesso ruolo, quello di Sofia.