billionaire boys club recensione film
2018,  Sorprendersi

Billionaire Boys Club

Il Billionaire Boys Club è una società composta da un gruppetto di lupacchiotti di Wall Street, giovani imprenditori guidati da Joe Hunt e Dean Karny, che attraverso lo schema Ponzi si arricchiscono rapidamente, promettendo rapidi e cospicui guadagni ai propri investitori.

Rispetto al fratellone più grande, The wolf of Wall Street di Scorsese, Billionaire Boys Club ha senz’altro una trama meno ricca e una sceneggiatura che segue binari rodati, proponendo qualcosa che non ci stupisce troppo.

Eppure la storia è incredibilmente vera e il film che la racconta ha senz’altro dei pregi: la sensazione che quando qualcosa di losco si innesca, non c’è più modo di tornare indietro, così come la rappresentazione dei rapporti tra questi ricchi giovani, che vivono di amicizie di convenienza. Anche il casting è ottimo, con la next generation del cinema americano (Ansel Elgort, Taron Egerton, Emma Roberts) insieme a Kevin Spacey, che ruba la scena a tutti e ruba anche il film stesso.

A causa delle denunce nei suoi confronti BBC è infatti la cronaca di un fallimento annunciato, che il primo giorno di programmazione ha incassato la bruttezza di 126 dollari nelle 10 sale in cui è uscito.

Il film non sarà speciale, ma neanche così brutto, e chi è attratto dal genere può senz’altro recuperarlo.