die hard trappola di cristallo recensione bruce willis
1988,  Diventare eroi,  Il caricatore,  Sorprendersi

Die hard – Trappola di cristallo

Basta poco a John McTiernan a costruire un cult del genere action. Un eroe solitario e incompreso, i vetri che si rompono sotto le scintille degli spari e un luogo senza via di fuga. O almeno così sembra, perché Die hard – Trappola di cristallo è più di un avvincente, mirabolante e appassionante film d’azione.

Innanzitutto la storia: curata e orchestrata, pensata per l’azione spettacolare ma anche il colpo di scena, accattivante negli avvenimenti quanto nei rapporti tra John McClane e la moglie o il poliziotto di pattuglia, così come nei dialoghi con i terroristi.

Interpretato da un Bruce Willis agli albori, John è al contempo eroe action virile e uomo con insicurezze, nonché marito in crisi con la moglie.

Al suo fianco assistiamo infatti a piccole grandi rivincite, quella della donna emancipata e del poliziotto afroamericano declassato e bistrattato, in netta contrapposizione con le autorità più alte, che invece sono un vero e proprio ostacolo all’eroe tanto quanto il machiavellico Hans Gruber (Alan Rickman).

Il conto alla rovescia dei nemici ammazzati da John alza la tensione, il luogo inespugnabile in cui il protagonista si trova solo e bloccato la porta ai vertici.

Il tutto è infine condito da una deliziosa ironia, che ridisegna l’eroismo maschile degli anni 80.

Ecco, per questo Trappola di cristallo è un cult imperdibile.