doppio taglio film recensione
1985,  Legge

Doppio taglio

Un uomo viene accusato del violento omicidio omicidio della moglie, donna facoltosa la cui eredità finisce completamente nelle sue mani. Per farsi assolvere, l’uomo si affida a un’avvocatessa con dei rimorsi di coscienza. Doppio taglio è un’ottimo legal movie diretto da Richard Marquand e sceneggiato da Joe Eszterhas, che diventerà celebre soprattutto per gli script di thriller erotici (Basic Instinct, Sliver, Jade…), che viene però dal successo di Flashdance.

Il film è tutto giocato sull’ambiguità dell’accusato, interpretato in maniera fascinosa da Jeff Bridges, ineffabile seduttore e forse machiavellico pianificatore. Si tratta di uno di quei film in cui il conflitto è generato dal rapporto tra avvocato e accusato. Il primo nutre dei sospetti sulla sincerità del secondo, il quale gioca con i sentimenti dell’altra, non si sa se per interesse o sinceramente.

La trama funziona e Teddy Barnes (Glenn Close) si ritrova nella classica situazione senza apparente via d’uscita, fattore che contribuisce ad accrescere la suspense.

Come anticipato, Doppio taglio (Jagged edge nell’originale, in riferimento al coltello dal bordo frastagliato) è quindi un ottimo film di genere.