essi vivono film recensione
1988,  Riflettere,  Tendere i nervi

Essi vivono

Sono gli anni 80, anni che appartengono in parte, cinematograficamente parlando, anche a John Carpenter. Nel 1981 è uscito 1997: Fuga da New York, nel 1982 La cosa e nel 1986 Grosso guaio a Chinatown. Essi vivono lo segue di due anni e condivide con svariate altre opere del regista il suo destino: bistrattato inizialmente, entra poi nella cultura popolare di sguincio.

Un senzatetto entra in possesso di un paio di occhiali da sole, grazie ai quali riesce a vedere gli extraterrestri nascosti tra noi e i messaggi subliminali con cui condizionano l’umanità.

Tratto dal racconto Alle otto del mattino di Ray Nelson, il film ha un concept e un soggetto molto forti, che fanno emergere una critica al capitalismo americano e al consumismo. D’altro canto gli aspetti tecnici e recitativi non eccellono, a fronte anche di un basso budget, e la sceneggiatura arriva al punto di svolta dopo una buona mezz’ora, rendendo la prima parte del film poco accattivante.

Per il ruolo di protagonista Carpenter sceglie il wrestler “Rowdy” Roddy Piper, per l’interpretazione più fisica che espressiva di un uomo che non si fa molte domande ma inizia a sparare.