Gattaca - La porta dell'universo - recensione- film
1997,  Alienarsi,  Fantasticare,  Sorprendersi

Gattaca – La porta dell’universo

Nel futuro dell’umanità la differenza di classe sarà data tra le persone nate per parto naturale e quelle con un corredo genetico perfetto, creato in vitro in laboratorio, i cui difetti e rischi di salute vengono ridotti al minimo. Gattaca – La porta dell’universo è un film di fantascienza sociologico e antropologico, che vale la pena di essere visto.

Insomma, niente strani alieni o tecnologie al limite dell’inverosimile, ma un futuro più che plausibile e un protagonista considerato diverso e inferiore, che nonostante ciò lotta per essere fautore del proprio destino, cercando di diventare un astronauta anche se ritenuto non idoneo su basi genetiche.

Le ambizioni Vincent sono ostacolate da un delitto, di cui è il primo sospettato, che determina in fase di sceneggiatura un meccanismo a ostacoli sempre più ardui che intrattiene e tiene vivo l’interesse fino al finale. Visivamente la scelta è quella di un filtro fotografico giallo, che rende eterea un’ambientazione sempre meticolosa, ordinata e geometrica.

Il messaggio di fondo è chiaro e importante. Il film è bello.