il colore della notte recensione film
1994,  Scaldarsi,  Tendere i nervi

Il colore della notte

Uno psicanalista che ha assistito al suicidio di una sua paziente non riesce più a distinguere il colore rosso e per riprendersi dal trauma viaggia fino a Los Angeles, dove esercita la stessa professione un vecchio amico. Il colore della notte è un thriller erotico con Bruce Willis dalle numerose curiosità, spesso in contraddizione.

Il film fu recensito pessimamente dalla critica, fu un disastro al box office e vinse un Razzie Award (premio che comunque non conta nulla) come peggior film del 1994. Parallelamente la canzone principale fu candidata al Golden Globe e sempre lo stesso anno Il colore della notte fu tra i film più noleggiati negli USA. La fama è dovuta soprattutto alle scene erotiche (La rivista Maxim scrisse che nel film c’era la migliore scena di sesso della storia del cinema) e al fatto che nella versione integrale si vedeva il pene di Bruce Willis.

L’altra metà del film, cioè quella che riguarda il thriller e la trama, si può dire accattivante e tensiva per lo scenario creato e per le svariate situazioni in cui il protagonista si trova coinvolto, oltre a giovare di un sano pizzico d’ironia. Limitato è invece l’approfondimento psicologico dei protagonisti (nonostante la storia parli di psicanalisti) e in parte prevedibile è l’esito. Anche soprassedendo a ciò, a difettare è soprattutto un finale assolutamente esagerato, che corrisponde a quella che dalle nostre parti viene definita “la classica americanata”.