il settimo figlio recensione film
2014,  Avventurarsi,  Fantasticare

Il settimo figlio

La luna di sangue permette a Madre Malkin di risorgere dalla sua prigionia, trasformandosi in dragone. Prima che la luna sia piena, Gregory e il suo discepolo Tom devono sconfiggerla, scrivendo l’ultimo capitolo della battaglia tra streghe e maghi. Il settimo figlio è tratto dal romanzo fantasy L’apprendista del mago, primo di un ciclo.

L’apprendimento, tuttavia, non c’è, succube della fretta dell’azione e di uno scontro che incombe per forza di cose. Tom allora è trascinato allo sbando da uno scontro con una creatura sotterranea a un duello a fil di spada. È speciale, perché è un settimo figlio, ma non da mai adito di ciò, oltre a non avere un vero sviluppo nel corso della storia.

Ci sono una serie di personaggi tutti cattivissimi e una storia d’amore abbozzata che più scontata non si può. Peccato, perché discostandosi dal libro, la sceneggiatura è diventata il difetto più grande, nonostante creature mirabili e terribili, che godono di un certo appeal.

Jeff Bridges riesce a essere credibile anche nel ruolo dello stregone, ma il film è bidimensionale.