il tredicesimo piano recensione film
1999,  Investigare,  Sorprendersi,  Tendere i nervi

Il tredicesimo piano

Il 1999 è un anno davvero intrigante per la fantascienza, perché alle spalle del successone economico e popolare di Matrix, si celano due film spesso erroneamente trascurati, dal tema affine. Mi riferisco a due chicche come eXistenZ di David Cronenberg e Il tredicesimo piano.

La storia di quest’ultimo film scaturisce dalla misteriosa morte di un programmatore, celebre per aver ricreato in una realtà virtuale la Los Angeles del 1937. Il collega e amico Douglas Hall si ritrova sospettato ed è costretto a indagare sul mistero, scoprendo via via dei collegamenti sempre più inquietanti tra i due mondi.

Dalla ricostruzione scenografica accurata del 1937 agli scenari contrapposti, scuri e spigolosi, del presente, il film ci cala in un gioco di fili e scatole cinesi, tra il film giallo e il film di fantascienza.

Sontuoso e ambiguo Vincent D’Onofrio, intrigante lo sviluppo e infine, seppur accennato, resta uno spunto di riflessione sul tema dell’identità e del valore della propria esistenza.

In definitiva, una visione coinvolgente e appassionante per gli amanti del genere e non solo.