innocenza colposa film recensione
1991,  Investigare,  Sorprendersi,  Tendere i nervi

Innocenza colposa

Un detective privato crea, con la complicità della moglie, dei falsi tradimenti da utilizzare nei casi di divorzio. Qualcosa però va storto quando trova la sua donna e un cliente morti ammazzati.  Al giorno d’oggi capita spesso di trovare film di grande impatto visivo, ma dalla scarsa sceneggiatura. È invece più difficile che succeda il contrario, casistica in cui rientra questo thriller d’inizio anni 90, Innocenza colposa (Under suspicion).

Da un soggetto accattivante, si sviluppa infatti un intreccio coinvolgente e articolato, che gioca sul sospetto (come da titolo originale) senza mai svelarsi, se non nel finale, con un paio di ottimi colpi di scena.

A fare da contraltare è una regia poco avvolgente (il regista, Simon Moore, è principalmente uno sceneggiatore) e una fotografia dimenticabile, nonostante la scenografia riesca a ricreare in maniera convincente la Brighton del 1959.

Liam Neeson è nella parte, mentre Laura San Giacomo non è forse una femme fatale così seducente come vorrebbe essere.

Visionato su Amazon Prime Video, a inficiare la visione di Innocenza colposa è soprattutto la qualità video e un’eccessiva velocità dei dialoghi e degli stacchi, tanto da sembrare accelerati. A spettacolo terminato, dopo 80 minuti, ci accorgiamo che su Wikipedia viene segnalata una durata di 90 e sulla pagina Wikipedia inglese 100. Forse un caricamento della piattaforma erroneo, che non permette di godere appieno del film.