jade film recensione
1995,  Scaldarsi,  Tendere i nervi

Jade

Indagando sul brutale omicidio di un uomo facoltoso, un vice procuratore rinviene sulla scena del delitto alcune foto a luci rosse del governatore della California. Jade è un thriller erotico diretto da William Friedkin, regista de L’esorcista, il cui tratto si nota fin dalla primissima scena: una lenta ripresa degli oggetti di una villa, accompagnata dallo stridere dei violini, conferendo così all’incipit delle note da film horror.

La storia è scritta dall’ungherese Joe Eszterhas, già sceneggiatore di altri thriller erotici (Basic instinct, Sliver), ma Friedkin è senz’altro più a suo agio con il lato tensivo del film, che è anche quello più coinvolgente dei due. L’intrigo messo in scena è infatti ben orchestrato e sorprendente nell’ottimo finale, mentre l’esito mette in luce inoltre una visione pessimista e sfiduciata verso la politica e il potere che ne deriva.

Infine Friedkin non resiste e gira anche una lunga scena d’inseguimento in auto, memore di quella di Vivere e morire a Los Angeles, forse esagerata (con le auto che saltano come cavallette), ma comunque appassionante.

Denaro, abuso di potere, inseguimenti, sparatorie e una femme fatale per un cast principale d’origine italiana e un film che senz’altro può piacere a chi ama il genere.