l'invasione degli ultracorpi 1956 film don siegel recensione
1956,  Alienarsi,  Cinefili,  Sorprendersi,  Tendere i nervi

L’invasione degli ultracorpi

È tale e quale a lui, ma… non è lui. È diverso. I suoi occhi sono spenti. Cosa sta succedendo? Un medico viene interpellato perché alcune persone della cittadina di Santa Mira ritengono che i propri cari non siano più loro, ma qualcun altro. Eppure l’aspetto è lo stesso. L’invasione degli ultracorpi è un cult tra i film di fantascienza, in grado di far crescere la tensione con pochissimi elementi a disposizione.

Girato a basso budget, il film riesce a imporsi grazie al sonoro e un’ottima sceneggiatura, senza dover ricorrere a effetti speciali. Peccato solo per l’introduzione, imposta dalla produzione, che se evitata poteva dare ulteriore fascino e suspense alla pellicola.

A oggi L’invasione degli ultracorpi è ancora attuale, sia per l’inquietante e affascinante soggetto, splendidamente trattato, sia per i temi che può sollevare: una critica alla massificazione, al conformismo, a un’ipnosi collettiva che oggi più che mai sembra affliggerci con internet e i social, un grido a chi nella vita sceglie di spegnere il cervello condannandosi a un’esistenza apatica.

Perché è meglio non provare emozioni, così non si soffre. O no?