La vera storia di Jack lo squartatore film recensione
2001,  Investigare,  Spaventarsi,  Tendere i nervi

La vera storia di Jack lo squartatore

Londra, 1888, quartiere di Whitechapel. Un gruppo di prostitute passa dalle fauci di un minaccioso protettore alla cruenta violenza di Jack lo squartatore, che dopo averle adescate con dell’uva, le sgozza e le smembra. La vera storia di Jack lo squartatore è a oggi l’ultima rappresentazione cinematografica del celebre e misterioso assassino, con esiti che alternano luci e ombre.

Lo sviluppo è quello di un film giallo, con una serie di sospettati e l’ispettore Abberline a indagare, ovviamente ostracizzato e raro portatore di valori umanitari.

Le particolarità del film sono proprio la caratterizzazione del detective, di cui vengono millantati certi poteri (anche se poi mai giustificati), nonché le ragioni che si celano dietro i terribili delitti, offrendo una visione su tali insensatezze. Fotografia e scenografia donano al film, inoltre, un’aspetto cupo e decadente, quale la graphic novel da cui è tratto: From hell.

D’altro canto, talvolta c’è l’impressione di una trama che complica, rendendo poco chiari o confusi alcuni sviluppi e perdendosi alcuni personaggi.

Il finale è però dolce-amaro e tutt’altro che scontato, nonostante un’ultima scena forse affrettata.