noah film recensione
2017,  Avventurarsi

Noah

Darren Aronofsky è incapace di fare film brutti. Possono piacere o meno, essere difficili da guardare o da digerire, ma è innegabile il talento del regista. Come già fatto (The fountain) e come ancora farà (Madre!) è la religione a offrire lo spunto per il suo sesto film: Noah.

La storia di Noè e del diluvio universale, riportata nell’Antico Testamento, permette ad Aronofsky di costruire alcuni dettagli e storyline secondarie a partire dai fatti narrati, dando al suo film connotazioni fantasy.

Ciò che però interessa al regista è il conflitto che vive il suo protagonista, interiore in primis e poi anche esteriore con i membri della sua famiglia, vissuto nella seconda parte, che è anche la migliore del film.

Russel Crowe si dimostra adatto e offre una buona prova attoriale. Quanto a noi, possiamo comunque dire di preferire l’autore quando si cimenta con un altro genere di storie.