Nodo alla gola
1948,  Investigare,  Sorprendersi,  Tendere i nervi

Nodo alla gola

Due ragazzi commettono un assassinio e nella fretta decidono di nascondere il corpo in una cassapanca del salotto, dove hanno organizzato una cena con diversi ospiti. I due hanno caratteri profondamente diversi e vivono l’evento con patemi ed emozioni differenti, splendidamente interpretati da John Dall e Farley Granger. Per uno di essi la serata diviene un gioco d’astuzia e di provocazione, indirizzato soprattutto all’intelletto di un loro vecchio professore, James Stewart. Per l’altro, la cena e il party sono un vero e proprio nodo alla gola.

La regia di Alfred Hitchcock gioca con gli oggetti, prima ancora che con le persone, perché conosce quello che conosce lo spettatore, generando continua tensione, suspense, attenzione. Sappiamo che il cadavere è lì, per tutto l’arco del film, ed è questo a tenerci con il fiato sospeso. Le persone si spostano, l’inquadratura continua a mostrarci il fulcro della stanza, gettando presagi e creando un continuo gioco di possibilità.

Gli 8 piani sequenza, uniti con stratagemmi in modo da renderli un unicum, insieme all’unità di luogo e di tempo, fanno sì che la nostra impressione sia quella di partecipare all’evento, di vivere minuto per minuto, ansie, nervosismi, astuzie, giochi di parole e quant’altro.

Un film senza dubbio unico, da non perdere.