Scott Pilgrim vs. the World film recensione
2010,  Ridere

Scott Pilgrim vs. the World

Vi è mai capitato di conoscere una bellissima ragazza, di frequentarla e di chiedervi se eravate alla sua altezza o chi fossero i suoi ex? Scott Pilgrim sì e per conquistarla deve sconfiggere a duello tutti i suoi precedenti fidanzati. Scott Pilgrim vs. the World mette in scena questo disagio adolescenziale con uno stile visivo che resta fedele alle origini, citando il fumetto da cui è tratto, oltre ad applicare una struttura narrativa da videogame, con tanto di effetti sonori e grafici tipici dei videogiochi.

Livello dopo livello, come se si trattasse di una partita a Mortal Kombat, il protagonista procede verso il tuo obiettivo, tra piroette, colpi acrobatici, superpoteri e via dicendo. Questo aspetto, completamente irrealistico, non viene giustificato ma dato per naturale e fa da contraltare alle consuete tematiche adolescenziali e a una sceneggiatura che a dire il vero non brilla per originalità. Anzi, nella seconda parte subiamo anche una sorta di morale, che un po’ stona con lo stile del film.

Michael Cera, il nerd per eccellenza dei teen movie, è qui nel suo ruolo tipico con qualche differenza. Sembra infatti piuttosto sicuro di sé e anch’egli può annoverare svariate ex fidanzate.

Scott Pilgrim vs. the World non ha avuto grande successo all’uscita ma è stato rivalutato negli anni a seguire come piccolo cult del genere, soprattutto per lo stile transmediale.