showgirls film recensione
1995,  Scaldarsi

Showgirls

I duo creatore di Basic instinct, Paul Verhoeven (regia) e Joe Eszterhas (sceneggiatura), mette in scena a tre anni di distanza un altro film di stampo erotico: Showgirls.

Questa nuova pellicola racconta la storia di Nomi Malone, una ragazza che cerca di avere successo a Las Vegas, lavorando prima come spogliarellista e poi come ballerina in uno spettacolo in topless.

Showgirls nel 1995 fu il primo film vietato ai minori di 17 anni che ebbe un’ampia distribuzione cinematografica, ottenendo grande attenzione ma anche grandi critiche. Il film fu infatti un flop e i giornalisti lo colpirono severamente. Ai Razzie Awards (che comunque valgono come un due di bastoni quando si gioca a scala 40) fu scelto come peggior film dell’anno e 4 anni più tardi addirittura come il peggiore di tutti gli anni 90. Con l’uscita in home video divenne però un cult e successivamente anche la critica lo rivalutò, dicendo sostanzialmente tutto il contrario di tutto, nascondendo ciò che il film è ed era sin dall’inizio: un’opera discreta.

Ciò che funziona è la messa in scena di uno star system maschilista, feroce e spietato, in cui nessuno davvero sembra poterne uscire illeso. C’è invece poco erotismo, perché l’esibizione dei corpi e del nudo, anche integrale, è troppo palese. Bella invece la locandina con la figura della protagonista, una Elizabeth Berkley che sicuramente non è la migliore attrice del mondo.

Ne consegue un film sussulti, capace di accattivare a tratti per poi annoiare durante un balletto, che si riprende nel finale e chiude poi con un epilogo non necessario.