stoker film recensione
2013,  Tendere i nervi

Stoker

Stoker è il primo film in lingua inglese del regista Park Chan-wook, celebre per la cosiddetta trilogia della vendetta.

Nel giorno del suo diciottesimo compleanno India perde il padre a causa di un incidente d’auto e come se non bastasse al funerale si presenta uno zio molto equivoco, di cui non conosceva l’esistenza.

Stoker è una storia familiare complessa, oscura e dagli stilemi gotici, un thriller psicologico stratificato che offre solo alla fine della visione una piena comprensione degli avvenimenti. Nicole Kidman è perfetta nel ruolo della madre anaffettiva e distaccata, mentre Matthew Goode è fautore di genuina inquietudine, interpretando un personaggio sornione e viscido, con la regia che indugia saggiamente sui suoi grandi occhi azzurri.

Resta una Mia Wasikowska, nei panni della protagonista, a tratti apatica e anch’essa ambigua, che impariamo a conoscere via via che la sceneggiatura aggiunge elementi al suo puzzle.

Si tratta quindi di un ottimo film, dai ritmi soppesati, ma che sa coinvolgere (e anche inorridire) fino alla fine della vicenda.