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Delitto per delitto – L’altro uomo
L’altro uomo, ri-editato successivamente con l’aggiunta della dicitura Delitto per delitto, per i più non susciterà forse il riverbero dei titoli più blasonati di Alfred Hitchcock, ma è comunque un avvincente opera noir/thriller del regista, ricca dei suoi tratti distintivi. È il caso, perverso e implacabile, contrassegnato dalla metafora del treno, luogo di incontri fugaci, e dei binari, a dare il via ad una storia dove, come già è accaduto, è il doppio e la doppiezza a permeare il film. Due vite che smettono di correre parallele e si incrociano, un uomo innocente e uno instabile, di cui seguiamo le tensioni. Memorabile la sequenza che conduce all’epilogo, dove il tempo…
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La grande scommessa
Non c’è un lupo a Wall Street, con i suoi eccessi, le donne e le droghe, ma solo la crisi, uomini che ci sguazzano, uomini che affogano. La grande scommessa del film è riuscire a parlare di questo argomento, condensare il tutto in un tempo filmico accettabile, ma farlo con qualità e rendere i contenuti comprensibili a tutti. Per quest’ultimo punto, la scelta è la rottura ripetuta della quarta parete e l’inserimento di intermezzi spiccatamente ironici, che sembrano però essere il modus operandi migliore, più originale e leggero. Il montaggio è anarchico e incisivo, strasbattendosene di formalismi e convenzioni e risultando così, particolare e pregiato. La regia invece ha movimenti di macchina…
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Ant-Man
Ant-Man, l’uomo formica, il più piccolo dei supereroi e probabilmente il più trascurato cinematograficamente, sceglie la via aperta da Guardiani della galassia, dell’ironia e della commedia, cercando dunque di distinguersi ed emergere essendo diverso. La scelta è probabilmente quella giusta e, seppure inizialmente si ha l’impressione di essere di fronte a un b-movie o una qualsiasi stupidaggine, forse per il suo essere passato di mano in mano, il film cresce di qualità strada facendo. V’è un gustoso collegamento con gli Avengers e delle belle scene d’azione, dove il film e lo stesso Ant-Man danno il meglio. Tra tutte spicca lo scontro finale nella camera della bambina: idea spassosa e avvincente.…
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Il grande Lebowski
Il grande Lebowski parte dalle parole. Dalla scrittura. Da lì si visualizza, tramite la regia inusuale, si ascolta. Soprattutto Creedence ed Eagles, le cui canzoni fanno parte della storia. I fratelli Coen riuniscono un cast di bravissimi attori, ai quali mettono in bocca dialoghi superlativi e personaggi da indossare assurdi ma incisivi, figurine così esagerate, ma al contempo radicate nell’essere dell’uomo. Quando Drugo (Dude) sviene, non v’è il buio, ma lo sbizzarrirsi di Joel Coen, che dipinge con la cinepresa una serie di quadri surrealisti. La storia invece, quella su cui si ricama tutto, quella de Il grande Lebowski, tra ammiccamenti, irriverenza e ironia, falsi indizi e piste false, implode su sé stessa.…
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Con Air
Un aereo pieno zeppo di criminali pluridecorati dalle devianze animalesche e psicotiche e, in mezzo a quella instabile marmaglia, il favorito della più improbabile malasorte, Cameron Poe (Nicolas Cage), uomo dall’animo puro e i capelli lunghi e incolti, che non possono che rimandare a quell’altro buono d’animo, divino, che così stona con la sua bianca canottiera zuppa di muscoloso sudore. Cage, martire armato, con l’aiuto di John Cusack, unico uomo dotato di tracce d’intelletto, è solo contro John Malkovich, Ving Rhames, Danny Trejo e Steve Buscemi, in un esplosivo tripudio di pugni, spari, scoppi, infilzamenti, capriole, fuoco, fiamme e metalli infranti, per un film action puro. Questo è ciò che è,…
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Grand Budapest Hotel
C’è molto di bello: dalla sceneggiatura al montaggio, dai costumi di Milena Canonero ai dialoghi. Tanto che bisognerebbe chiedersi cosa, in questo film, non lo è. L’abilità nel narrare, unita al surreale umorismo di Wes Anderson, creano un mondo fantasioso, che risponde a un requisito da ammirare spassionatamente: originalità. Lo stile del regista è inconfondibile: i colori, le inquadrature, le simmetrie, i movimenti di macchina. Il fantastico è improbabile, ma verosimile, e si vela di malinconia come ciò che appartiene al reale. Estetico, scenografico, preciso, logorroico, ironico, sarcastico, grottesco. Benvenuti al Grand Budapest Hotel.