Gangster squad
Evitiamo un parallelo con i classici del genere, che spontaneamente ci viene da prendere come riferimento, e giudichiamo Gangster squad senza cercare il paragone o il parallelo.
Un gruppo di uomini, generalmente poliziotti borderline, dai modi e dalle azioni fuori dalle righe, vengono assoldati per una missione di estremo pericolo e difficoltà: incastrare un boss mafioso e porre fine al suo dominio su Los Angeles. Il film è crudo, realista e violento. C’è solo un “buono”, con rimorsi e pensieri non aggressivi e… beh, non ve lo anticipiamo.
Alcuni spunti “da cinema” lo offre il personaggio interpretato da Ryan Gosling, che permette di inserire qualche scena palpitante e alcune accattivanti, di quelle che alla fine del film si ricordano. Sempre a lui è legata una storia d’amore, con Emma Stone, il cui personaggio è però piuttosto sacrificato e fagocitato dall’ultra-violenza del film. La sua (interessante) situazione di scomodo come insegnante di bon ton del boss non ci tiene mai veramente sulle spine.
Seppure, in definitiva, il film sia piuttosto godibile, il difetto maggiore è la sceneggiatura, decisamente fragile, dove la mancanza maggiore è il come ostacolare il boss mafioso, infatti il mezzo attraverso il quale compiere l’obiettivo è sempre vago e non sufficientemente definito. Pare che non si possa infatti contrastarlo apertamente, ma il film finisce con una sparatoria in hotel.