
High Tide
High Tide (1980), concepito inizialmente in quattro episodi per la serie Armchair Thriller, è stato montato successivamente in un’unica versione di circa 90 minuti.
Peter Curtis (Ian McShane) è appena uscito di prigione, dove ha scontato una condanna per omicidio colposo. L’uomo è ossessionato dalle ultime parole della vittima, che sembrano nascondere un mistero da decifrare. Cercando di ricordarle con precisione e di svelare il mistero, parte per un viaggio attraverso la Cornovaglia, dove incontra una serie di personaggi ambigui, che sembrano aver ben chiaro chi lui sia, condividendo gli stessi interessi sull’enigma.
La costruzione iniziale del mistero mette in scena una serie di elementi accattivanti, che tengono viva l’attenzione. Anche la sensazione d’accerchiamento del protagonista – il non potersi fidare di nessuno – contribuiscono efficacemente a generare la componente tensiva del film.
Purtroppo nella seconda parte High Tide perde di mordente. In particolare l’incontro di Peter con una donna, di cui si innamora, sembra fargli perdere completamente la trebisonda e con essa anche l’interesse per il mistero, così come il nostro per lo scioglimento dell’enigma.
La narrazione interna tramite voce over è, inoltre, un elemento molto presente, forse eccessivo, che rende il film a tratti verboso e meno affascinante.

