L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford
L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, ovvero lo spoiler più grande della storia del cinema. Sì, perché noi già dal titolo conosciamo il finale del film, una scelta non convenzionale e anti-drammaturgica, che senz’altro toglie qualcosa alla narrazione.
Questo perché il film di Andrew Dominik non è un film comune e a dirla tutta non è nemmeno un western come siamo soliti intenderlo. Perché di duelli non ce ne sono, tanto meno cavalcate nei paesaggi o scorribande. Di colpi di pistola ce n’è un paio, ma nessuno è una sfida, uno scontro aperto, un atto di coraggio.
Ciò che interessa rappresentare sono le psicologie dei protagonisti, le tensioni, i sospetti, le paure, le parole nascoste, le insinuazioni più focose della polvere da sparo.
Ne consegue un ritmo lento, non per tutti i palati cinematografici, in cui si fatica a immedesimarsi in ognuno dei protagonisti, magnificamente interpretati.
Il finale anticipato dal titolo impone un secondo finale, che è quello vero, quello alla storia di Robert Ford che è il vero protagonista. E questo finale è impietoso, ma perfetto, in cui può quasi scorgersi una metafora della vita stessa.