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Il tuo amico topo
Il tuo amico topo è uno dei pochi spin off Pixar, in questo caso Ratatouille, che regge il confronto con i cortometraggi originali. Si tratta di una divertente lezione di storia dell’uomo e del topo, che ci trascina con la voce di Remy da un’epoca all’altra, mostrandoci le diverse pagine di questo libro scolastico con molteplici visuali, dal videogame di lotta al cinema classico, dai disegni a mano alla computer grafica. Ancora una volta con un breve cortometraggio, il team Pixar dà prova di grande acutezza e originalità, senza mai tralasciare una dose speziata di humour. Geniali peraltro i titoli di coda.
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Ti sposo ma non troppo
Cioè lei crede che lui sia un altro e l’altro finge di essere chi non è! …allora ti sposo ma non troppo! Il film si accoccola pacioso nel solito trito e ritrito paté di equivoci e situazioni da “glielo dovrei dire ma non lo faccio”. Di derivazione teatrale, forse sul palco potrebbe giovare di una forma e un ritmo differente, che qui subisce anche dei dialoghi poco accattivanti e divertenti. La scena migliore è l’unica di un certo spessore, quando si allude e si vela riguardo l’handicap del personaggio di Francesco Foti. Però c’è un bacio sotto la pioggia e alla fine chissene… ci sono i titoli di coda, allora tutti giù a…
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Fargo
Fargo, quel puzzle di film bianco neve, incrostato di sangue e sporco di nero umorismo. Composto con perizia e tratto personale dai fratelli Coen, va infine a rappresentare la violenza e la stupidità dell’uomo. Ma anche l’illogica stupidità della violenza, come sottolinea l’ultimo soliloquio di Marge (France McDormand) in auto, e la spaventosa normalità di questa composizione filmica. Marge torna a letto con il suo apatico marito e piega sopra di sé le coperte del suo letto, come ogni qualsiasi giorno. Nessun stereotipo. Criminali che guardano soap opera come te e persone come te che ordiscono subdole cattiverie. Il tutto venato dal terribile ridicolo che si cela tra le pieghe della…
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22 Jump Street
Con le dovute proporzioni, 22 Jump Street mi rammenta Marcel Duchamp e Piero Manzoni, i quali giocavano con l’arte, prendendo in giro le sue convenzioni e i suoi processi, dissacrandola e suggerendo velatamente delle domande e delle critiche, e quella stessa arte li premiava rendendo tale ciò che facevano. Allo stesso modo 22 Jump Street prende per i fondelli il cinema e alcune sue attuali consuetudini, tra tutte quella dei sequel, essendo pur tuttavia esso stesso un sequel e trovando il successo. Phil Lord e Chris Miller dimostrano che chi è intelligente può far lo stupido, e non viceversa, mischiando parodia e autoironia, il poliziesco all’high school, ed esagerando una…