Una pura formalità – Spiegazione del film
La trama di Una pura formalità
Durante una notte di tempesta, il celebre scrittore Onoff viene sottoposto a un interrogatorio da parte di un commissario di polizia, che non lo vuole lasciar andare prima di una confessione in merito agli eventi della notte. C’è stato infatti un assassinio, ma Onoff ha un’amnesia e non ricorda nulla di ciò che è accaduto.
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La spiegazione di una pura formalità
In poche parole, il protagonista Onoff è morto per suicidio e il commissariato è un luogo di transizione, una sorta di purgatorio. Il commissario (non ha mai un nome se non quello fittizio di Leonardo da Vinci) è la figura che aiuta il protagonista a fare i conti con le azioni fatte in vita, perché come dice la canzone finale “ricordare è un po’ morire”.
Il dialogo tra i commissario e Onoff è una sorta di espiazione dei peccati, una presa di coscienza. Non a caso il primo insiste in maniera martellante chiedendo l’identità al secondo, che infatti solo nella seconda parte rivela il suo vero nome, iniziando poco per volta a ricordare anche gli avvenimenti della notte prima e confessare i suoi traumi.
Nessuna delle penne scrive, il dattilografo non ha trascritto neanche una battuta dell’interrogatorio e infine, quando Onoff telefona finalmente a Paola e lei non riesce a sentirlo, allora lui comprende di essere morto. Infine, un sacco a terra, arrotolato come a contenere un cadavere, è riempito dai ricordi di Onoff e da ciò che ne racconta la vera identità.
Una volta capito, Onoff può abbandonare il commissariato ed è allora che vede un altro uomo avvolto in una coperta, a cui viene offerto del latte, che ancora non sa di essere morto, ma che presto verrà aiutato a ricordare.
La battuta finale del commissario sul bel tempo lascia inoltre presagire che per Onoff, o per meglio dire Biagio Febbraio, ci sarà il paradiso.
Un ultimo dettaglio va detto sul nome del protagonista, che è l’unione di On e Off, acceso e spento.