Madre!
Oh madre! Dev’essere stata questa l’esclamazione di chi ha abbandonato la sala al Festival del Cinema di Venezia durante la proiezione dell’ultimo film di Darren Aronofsky.
Perché?
Uno scrittore in crisi creativa e la devota moglie, che ama prendersi cura di lui e della casa, accolgono uno sconosciuto sotto il loro tetto. Da lì in poi tutto cambia e il loro mondo degenera.
È l’ultima mezz’ora di film quella che colpisce violentemente le aspettative dello spettatore, in un turbinio di eventi che, dall’irritazione e l’impotenza che condividiamo con la protagonista, si tramutano in un turbinoso girone infernale di orrore e sgomento che di primo acchito fatica a essere interpretato.
La storia che emerge si rivela l’attualizzazione e ricontestualizzazione della Bibbia, con un profondo messaggio ambientalista, accompagnato a un severo giudizio verso l’uomo. Ma per una spiegazione del film più dettagliata, vi invitiamo a leggere il nostro articolo dedicato.
Madre! è un film che non può definirsi godibile, per sua stessa genesi, ma senz’altro interessante nel voler proporre un’idea e un messaggio, che forse non è emerso nitidamente ai più.
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