
Cattive compagnie
“Non farti influenzare dagli altri”, “ragiona con la tua testa” diceva sempre la mamma. E aveva ragione. Se no sapete cosa potrebbe succedere? Ce lo racconta Curtis Hanson, (non ancora) regista di film come L.A. Confidential e 8 mile, nel suo Cattive compagnie.
Michael (James Spader) è il classico bravo ragazzo, ligio al lavoro e fidanzato modello. Ma è anche molto timido e insicuro, tanto da farsi mettere i piedi in testa sia al lavoro che nella vita personale. Le cose iniziano a cambiare quando incontra il misterioso Alex, che a poco a poco inizia a plagiarlo.
La storia (la seconda sceneggiatura di David Koepp – date un occhio alla filmografia) procede in climax e a onor del vero senza particolari sorprese. Capiamo fin dall’inizio che la cattiva influenza di Alex metterà nei guai Michael dopo i primi benefici.
Lo script è efficace nel creare una sorta di fastidio nell’assistere alla lenta discesa di Micheal e nel mettere a confronto queste due personalità, fino al punto in cui il debole deve ribellarsi al più forte, questa volta con le proprie forze e, forse, proprio sfruttando gli insegnamenti dell’altro.
Nell’ultima parte Cattive compagnie si dimostra un buon thriller e ci fa palpitare per il suo protagonista, con un ottimo finale.

