Decameron pie
Nella Firenze del XIV secolo alcuni giovani inseguono i loro desideri: sposare il ragazzo dei propri sogni, perdere la verginità, trovare l’amore, perdere la verginità, fuggire dalla peste e ancora perdere la verginità. Decameron pie (titolo italiano) ammicca infatti alla saga di film American pie e con un gioco di parole li collega al Decameron di Boccaccio, con cui comunque il film ha poco o nulla da spartire.
Ma veniamo alla storia. Pampinea è promessa in matrimonio a un nobile, ma è corteggiata da un altro, anche se lei ne ama un terzo. Il resto della trama è un’accozzaglia di episodi tra la comicità demenziale e il vagamente erotico, tra finti preti, suore assatanate, adolescenti allupati e via dicendo. Fin qui direi quindi solo cose positive.
Scherzi a parte, il film è sconcio e volutamente scemo, ma mai becero. Se quindi cercate belle ragazze, comicità frivola e qualche tetta, Decameron pie è il film giusto.
Ma per concludere, diamo anche un aneddoto completamente avulso. Gli abiti del film sono firmati Roberto Cavalli, che è anche tra i produttori del film. Chissà perché.