Il luogo delle ombre
Il luogo delle ombre racconta la storia di un ragazzo in grado di vedere i morti e prevedere, grazie a strane creature infernali, le disgrazie in arrivo…
Tra disastri produttivi e posticipazioni distributive, Stephen Sommers ci propone un film sconclusionato, di cui da salvare c’è ben poco: un intreccio interessante che si intravede a mala pena a seguito della pessima messa in scena e una certa vicinanza al gusto moderno, che chiede eroi giovani e nemici soprannaturali.
Per il resto permane solo il ricordo di personaggi che si muovono alla rinfusa, senza apparente ragione e allo stesso modo deducono, scelgono, si avvicinano l’un l’altro. Spaesante è il continuo cambio di registro che, al di là del fantasy più o meno vicino all’horror o al cattivo gusto o alla stupida frivolezza, nell’arco di un paio di sequenze passa dall’epico salvataggio del mondo a una battuta ironica su una strage in arrivo, e ancora da una millantata romantica storia d’amore alla pretesa di commuovere. Lui indaga per salvare molte vite, lei intanto si fa una partita a bowling, ma la sequenza successiva lei è seria quanto lui e teme di perderlo.
I pezzi non si amalgamano. Sembra di sfogliare le 10 pagine di un libro per bambini. Non si riesce ad avvicinarsi a nessuno dei personaggi.