Il ritorno dell’eroe
Dopo aver chiesto la mano a una donzella di buona famiglia, il capitano Neuville è costretto a partire per il fronte, promettendo di scriverle ogni giorno. Tuttavia l’uomo non mantiene la parola data e così la sorella decide di falsificare alcune lettere, inventando le sue gesta… almeno fino a Il ritorno dell’eroe.
Questo film francese di Laurent Tirard è stato una piacevolissima sorpresa, un cioccolatino inaspettato, leggero e gustoso, spiritoso nei modi e nelle situazioni in cui i due protagonisti si vanno a cacciare.
È proprio dal conflitto tra il capitano e la sorella della promessa, un gioco di dispetti e di favori a cui i due partecipano, su cui si sviluppa il film. Jean Dujardin calza a pennello il ruolo dello smargiasso e donnaiolo capitano Neuville, al quale nessuno crede proprio l’unica volta in cui dice la verità.
Avete presente il detto “le bugie hanno le gambe corte”? Ecco, quelle del protagonista, invece, hanno le gambe molto lunghe. Proprio qui sta il secondo fattore vincente de Il ritorno dell’eroe: il fascino di questo impenitente imbroglione, irresistibile e al tempo stesso simpaticamente insopportabile nella sua capacità di cavarsela in ogni situazione (apparentemente) senza via di scampo.
Il finale stesso, che a un primo sguardo sembra convenzionale, ha più d’una svolta e un guizzo finale a effetto.