Illusioni mortali
Questo film Netflix parla di Illusioni mortali, come quella di vedere un bel film. Nessuna lamentela sul titolo quindi, che mantiene le aspettative, infatti vi farà annoiare a morte.
Una famosa scrittrice di romanzi deve mettersi al lavoro per scrivere un ultimo libro, motivo per cui assume una tata per i suoi figli.
Illusioni mortali viene presentato come un film thriller, ma ci vuole almeno un’ora per assistere a una minima svolta di trama che ci riporti a questo genere. La regista Anna Elizabeth James indugia lungamente in scene di nessuna valenza narrativa o di caratterizzazione dei personaggi, come la protagonista che cammina fumandosi un sigaro o le onde del mare che si infrangono sugli scogli. Ne consegue uno sviluppo della storia inutilmente prolisso, costellato di frasi di circostanza, risatine dei protagonisti e situazioni poco chiare, a partire dall’assunzione della tata Grace, che nell’arco di un paio di giorni viene già considerata una di famiglia.
Purtroppo si prosegue per accostamento di luoghi comuni legati al thriller psicologico e al thriller erotico, ma senza la minima introspezione psicologica dei personaggi e la minima traccia di sensualità, ottenendo invece l’effetto opposto: una sorta di involontaria comicità, che ci estranea dal film.
L’ambiguità di fondo su cui si vorrebbe giocare (cosa è reale e cosa no?) non funziona e il finale volutamente aperto ha l’effetto di rendere ancora meno comprensibile la vicenda.
- Ciononostante proviamo da darvi una spiegazione del finale in questo articolo.