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Lo storyboard dei film

Cos’è lo storyboard – Traduzione e significato

Il termine storyboard nasce dall’unione di story e board, ovvero storia e tavola, in questo caso da intendersi come la facciata di un’illustrazione. È infatti “la versione disegnata della sceneggiatura o almeno delle parti più difficili da girare”.¹

Lo storyboard del film è quindi composto da una serie di disegni (tavole) ordinati per scena e per inquadrature, che va a dare una prima rappresentazione visiva di quello che si vedrà con le riprese.

Inizialmente lo storyboard veniva disegnato a mano, con diversi stili, ma oggi si utilizzano anche animazioni al pc e programmi appositi.

A cosa serve lo storyboard di un film

La sua principale utilità è quella di aiutare il regista a visualizzare una scena. Quindi, lo storyboard definisce piani, angolazioni di ripresa, posizioni e movimenti dei personaggi, movimenti di macchina e il montaggio stesso della sequenza.¹

Vi sono tuttavia numerose funzioni secondarie che giustificano questa fase di realizzazione del film. Con gli storyboard in mano il regista può comunicare più chiaramente con i suoi collaboratori, in primis con il direttore della fotografia e con lo scenografo, è inoltre uno strumento utile per farsi un’idea migliore dei costi della scena. È quindi un supporto per stimare quante e quali inquadrature fare, per sapere chi è in scena e per realizzare il piano di lavorazione e l’ordine del giorno.

Per un regista esordiente la preparazione di alcuni disegni può servire per farsi trovare con le idee chiare sul set e avere già in mente quelle che potranno essere le inquadrature migliori. Per realizzare le tavole il regista, o chi per esso, sfrutta le fotografie della location o una personale perlustrazione.

Lo storyboard del film è inoltre un’arma in più per chi cerca di vendere il proprio film e quindi di trovare dei produttori disposti a finanziarlo. Permettere loro vedere già una prima resa grafica, può essere senz’altro un valore aggiunto.

Un estimatore dello storyborad era senz’altro Alfred Hitchcock, che disegnava personalmente alcuni sketch o altre volte assumeva veri e propri artisti.²

Lo storyboard della famosa scena della doccia di Psycho. Fonte: Alfred Hitchcock Wiki.

Chi esegue lo storyboard

Lo storyboard artist o storyboard designer è la figura che si occupa di questo aspetto della realizzazione del film, tuttavia vi sono anche registi che preferiscono preparare in prima persona questi disegni. Kathryn Bigelow che oltre ad essere una regista è anche pittrice, li realizza in prima persona. Lo stesso dicasi per Martin Scorsese che è solito abbozzare personalmente le inquadrature dei suoi film.

Si tratta comunque di un ruolo che ha una tradizione soprattutto americana e che in Italia è presente molto più raramente.

Il problema del movimento

Abbiamo spiegato funzioni e pregi, ma lo storyboard può rivelarsi anche uno svantaggio. Il perché è dovuto a un suo fondamentale limite: l’assenza di movimento. Il regista può essere dunque influenzato negativamente con un effetto di troppa staticità alle sue riprese e alcuni importanti autori, come Cronenberg e Lynch non lo utilizzano, considerandolo un limite alla propria creatività.³

C’è da dire comunque che da sempre vi sono stratagemmi per evitare questo limite. Si tratta semplicemente di disegnare più vignette in sequenza, utilizzare frecce o rappresentare più riquadri nello stesso disegno, in modo da indicare il movimento della macchina.

Non è raro inoltre che nei disegni stessi vengano fatte delle annotazioni scritte, con indicazioni di svariato genere.

esempio storyboard superman
Un esempio del film Superman returns e il video con la scena in oggetto.

Esempi di storyboard

jurassic park esempi di storyboard
Jurassic Park, disegnato da David Lowery.
inception esempio storyboard
Inception, disegnato da Gabriel Hardman.

¹ Vincenzo Buccheri, Il film. Dalla sceneggiatura alla distribuzione, Carocci Editore, Roma, 2007.
² Steven Price, Chris Pallant, Storyboarding: A Critical History, Palgrave Studies in Screenwriting, 2015.
³ Cronenberg: “They probably imagine I do many storyboards, [but] I’m a totally anti-storyboard person. What I do is I prepare the field for play. You get the players, you get the field, but you don’t know what’s going to happen.” Fonte: Filmmaker Magazine.
Lynch: “I hate storyboards. They are never satisfactory, partly because they’re always made before you pick your locations. They don’t really mean anything except in special effects sequences. The script is the blueprint to me. You don’t have to storyboard it or make photographs. That’s all kind of a waste of time to me.” Fonte: The city of absurdity.

Altri esempi su Studio Binder.