London fields
Anno 2019, camera mia. Vi scrivo poche ore dopo la visione di London fields, nel timore di scordare presto questo film e non poter donare all’umanità una recensione.
La trama innanzitutto. Nicola Six, che ha il nome di un maschietto, è in realtà una seducente femme fatale interpretata da una Amber Heard in forma smagliante. La donna ha solo un piccolo problema, ha già visto che morirà a causa di un uomo presente in un bar, anche se non sa quale sia. Per questo motivo seduce tutti loro senza una sola valida ragione e uno scrittore racconta la sua storia.
La mia interpretazione è che Mathew Cullen, regista di London fields, si sia accorto di quanto gnocca è Amber Heard e si sia divertito a farla flirtare con qualsiasi uomo, mordicchiandosi il labbro o sbattendo gli occhioni, sempre vestita nel modo più eccitante che possiate immaginare e nelle pose più provocanti che possiate immaginare.
Il resto del film è composto da un tizio con i denti gialli che gioca a freccette, un riccone sprovveduto che si fa infinocchiare e una sfilza di frasi esistenziali su vita, morte e miracoli, recitate fuori campo.
Nel complesso mi è sembrato che la storia avesse un qualche messaggio da mandare, ma davvero non ho capito quale sia.
Molto più interessanti, invece, le vicende dietro le cineprese. Il regista che denuncia la produzione per mancato pagamento, la produzione che denuncia lui per aver lavorato a un video di Katy Perry invece che al film. Amber Heard che denuncia la produzione per la violazione di una clausola sulla nudità e i produttori che denunciano lei e Culler per aver modificato la sceneggiatura. Infine, non paghi, aggiungono al secondo l’accusa di aver scoraggiato e ostacolato la promozione del film.
In poche parole: un film da non perdere. Disponibile su Netflix.