Mezzogiorno e mezzo di fuoco
Mezzogiorno e mezzo di fuoco è il terzo film di Mel Brooks, di poco precedente al suo gioiellino: Frankenstein junior.
Si tratta di un film western comico, che racconta le vicende di un paesino che sorge proprio dove dovrebbe passare la ferrovia.
Vi sembra nulla di nuovo?
Brooks infatti riprende il mito del west, così come molti film di successo, per parodiarli, sia nei personaggi che nelle situazioni: dallo sceriffo di colore che deve prima piacere ai compaesani e poi sconfiggere i cattivi, fino ai duelli a colpi di pistola, talmente rapidi che le pistole neanche si vedono.
L’ umorismo becero, talvolta volgare, sessuale e spesso sfociante nel non sense è stato in futuro ripreso e imitato. Ma la lettura del film non si deve fermare qui. Dietro a ciò si cela (ma non troppo) una forte satira, verso il cinema stesso e i film western, ma anche verso il razzismo e taluni modi di pensare e agire.
Il finale è divertente e prettamente, assurdamente, meta-cinematografico.
La critica dell’epoca non l’ha particolarmente apprezzato e forse capito, mentre fu un grande successo di pubblico.