SOUTHPAW
2015,  Commuoversi

Southpaw

Southpaw è un pippiolone di film dove non c’è spazio per la storia sportiva, ma solo per un perenne sentimento di tristezza. Vien da chiedersi perché guardarlo.

Il tema centrale è il lutto, ma non viene trattato con spessore o un tocco personale. Si cerca a tutti i costi di restare aggrappati al pugilato.

Primo problema: la trama è la solita. Un ex pugile deve riprendere a combattere e deve vincere per la sua famiglia.

Secondo problema: la figura dello sportivo dovrebbe elevarsi, crearsi il mito di un uomo che lotta nel ring per la vita al di fuori di esso. Ma non succede. Succede invece che la sceneggiatura vacilla di fronte ai pugni dei predecessori del “genere” o anche solo delle aspettative di noi spettatori. Milionario, ma all’improvviso povero, personaggi secondari sprecati (Whitaker, il ragazzo della palestra), un minutaggio che fa venir voglia di andare avanti veloce su alcune parti.

…8, 9, 10: Southpaw è K.O.