Boss level
Boss level, ovvero quello che non ti uccide ti annoia a morte. Il film di Joe Carnahan è uno dei tanti, tantissimi, innumerevoli, rifacimenti in una salsa o in un’altra di Ricomincio da capo. In questo caso l’idea è di dare allo script il taglio di un film d’azione.
Ecco allora che Roy Pulver, ex militare delle forze speciali, si ritrova a vivere eternamente una giornata in cui tutti cercano di ucciderlo, senza che lui ne conosca il motivo.
La messa in scena è violenta (c’è una testa che salta via ogni 12 minuti e mezzo) ma la narrazione è ironica, con la voice over del protagonista che condivide con noi i suoi pensieri. Il tutto ha la struttura di un videogame, come ammiccato anche dal titolo. Ora, siamo onesti con noi stessi, se prendi un canovaccio già usato e abusato e vuoi fare un buon film action, le soluzioni sono due: creare delle scene d’azione superlative o dare al tutto uno stile unico.
Beh, provate un po’ a indovinare, Boss level non fa nessuna delle due cose e il ripetersi delle giornate e delle sparatorie diventa incredibilmente annoiante. A nulla valgono nemmeno i patetici tentativi di inscenare un tenero rapporto padre – figlio.
Il finale però è coerente, perché è banale come il resto del film.
Se volete rivivere più volte la stessa giornata con un film recente, consigliamo piuttosto Edge of tomorrow, il bellissimo Source code o, cambiando genere, Auguri per la tua morte.