Doppia ipotesi per un delitto
L’assistente del procuratore distrettuale uccide un uomo nel suo letto. Secondo la sua versione è stata legittima difesa nei confronti di un tentativo di stupro. Per un amico della vittima si tratta di omicidio. Chi mente? Doppia ipotesi per un delitto gioca proprio su questo interrogativo, allargando il campo sulla vicenda mano a mano che la narrazione procede, arricchendola di dettagli e di individui coinvolti, con versioni dei fatti sempre ambigue.
Purtroppo questo è il principale difetto del film, che esagera e complica la vicenda al punto che quasi non ci interessa più sapere chi sia il colpevole. Sono evidenti i difetti in fase di sceneggiatura, nella gestione dei personaggi coinvolti e nello sviluppo della trama, in aggiunta a delle interpretazioni “legnose” che non migliorano il risultato finale. I capovolgimenti sull’identità del fantomatico Danny Lewton (una sorta di Kaiser Soze) sono troppi, le motivazioni che spingono i vari personaggi poco chiare, mentre la presunta assassina viene pure accusata (giustamente) di voler fingersi un’afroamericana.
Peccato perché in realtà il soggetto è intrigante e il colpo di scena finale, con una costruzione diversa, poteva essere davvero sorprendente.