Il soggetto di un film
Il soggetto cinematografico
Siamo nella fase di pre-produzione del film, ovvero quella di scrittura vera e propria, in cui viene elaborata la sceneggiatura di ciò che vedremo poi sullo schermo. Quest’ultima tuttavia non è il primo passo per la realizzazione del film e prima di mettersi al lavoro su di essa vi sono altri importanti passaggi da seguire: innanzitutto lo story-concept e in secondo luogo il soggetto cinematografico.
Cos’è il soggetto di un film?
Il soggetto è la storia del film, scritta sotto forma di racconto, e deve contenere tutto ciò che è necessario a raccontare la vicenda. Dove e quando si svolge, chi è il protagonista, chi sono i personaggi principali e naturalmente tutti gli sviluppi narrativi, dall’inizio alla fine della storia.
Come scrivere un soggetto?
Non vi è un obbligo di lunghezza da rispettare, tuttavia solitamente si tratta di un elaborato breve, tra le tre e le dieci pagine. Attenzione tuttavia alle proporzioni. La polivalente struttura in tre atti delle storie, secondo le nozioni aristoteliche, per cui ognuna ha un inizio, un mezzo, dunque uno sviluppo, e una fine, è fondamentale alla organizzazione della scrittura audiovisiva, ma è necessario non dilungarsi troppo su una di queste tre parti e soprattutto su aspetti non funzionali allo sviluppo della linea narrativa principale.
Vincenzo Cerami consiglia infatti di cercare di evitare quello che lui chiama “effetto uomo Michelin”.1
I manuali consigliano il tempo presente, ma nulla vieta l’utilizzo del passato, che meglio si presta a soggetti dal tema più interiore e al salto di passaggi temporali o ellissi.1
L’anima del soggetto è lo story concept, l’idea drammatica, che deve essere assolutamente chiara e forte. La scrittura per film deve inoltre essere visiva, parlare per azioni. Niente pomposità, imbellettamenti stilistici, riflessioni personali o dichiarazioni in prima persona dello scrittore. Bisogna dire tutto, ma non troppo. Non occorre trascurare nulla di ciò che è necessario e trascurare tutto ciò che non lo è, semplificando ma presentando comunque una storia interessante, accattivante, coinvolgente e magari originale. Mica facile no?
Da dove nasce il soggetto?
Da ovunque. Dallo spirito di osservazione di un autore o dalla sua fantasia, dalla sua storia personale o da una testimonianza da lui udita. Ma il soggetto può anche non essere originale, come ben ci rendiamo conto oggigiorno, dove la carenza di idee è l’abitudine. Il soggetto può nascere da un fumetto, da un’opera teatrale o da un’opera letteraria. Ciò non toglie che possa essere derivata da essi ma modificarne anche sostanzialmente gli sviluppi. Un regista come Kubrick, ad esempio, sceglieva i soggetti dei suoi film da opere letterarie, che poi “faceva sue”.
Quanto importante è?
A voi il giudizio. Negli anni Dieci, negli Stati Uniti, è stato fondato all’interno delle case di produzione lo Story Department, ovvero un ufficio soggetti, che si occupava di selezionare le storie, supervisionarne la scrittura e commissionare i progetti da realizzare agli sceneggiatori sotto contratto.2
Un processo piuttosto meccanico, non vi sembra? Non è naturalmente la regola. Il soggetto può essere ed è anche frutto dell’arte di un autore, puro processo creativo. Se lo story concept è l’idea, il soggetto è l’invenzione della storia del film. Fare il soggettista cinematografico potrebbe essere il sogno di molti, moltissimi.
Tuttavia, non è nemmeno obbligatorio scriverlo e lo scrittore esperto potrebbe anche passare direttamente alla fase successiva, ovvero la scaletta del film.
La persona che lo realizza può coincidere con lo sceneggiatore, ma non è sempre così, come non tutti i registi scrivono il film. È il caso ad esempio de I Goonies: il soggetto del film è di Steven Spielberg, mentre la sceneggiatura di William Goldman e la regia di Richard Donner.
1 Vincenzo Cerami, Consigli a un giovane scrittore. Narrativa, cinema, teatro, radio, Torino, Einaudi, 1996, pg.94.
2 Enciclopedia del cinema Treccani, 2004.
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