La babysitter – Killer Queen
Se cercate nel web una recensione di La babysitter – Killer Queen troverete principalmente due cose: opinioni pessime e Bella Thorne citata ovunque, per ragioni di SEO. Ma non è il caso di questa recensione.
Innanzitutto perché di bella non c’è solo Bella, ma anzi e soprattutto le giovanissime Emily Alyn Lind e Jenna Ortega. In secondo luogo perché “stupido è chi lo stupido fa!” e il regista McG senz’altro attinge alla comicità dello stupido per realizzare un film etichettato superficialmente come tale.
Ma l’operazione è invece logica e segue la linea tracciata dal primo film, La babysitter, andando ad esagerare ancor più alcuni aspetti e ad allontanarsi dall’unità di luogo verso un’avventura più dinamica.
Dopo aver sconfitto una setta satanica nel suo salotto, il giovane Cole è ritenuto pazzo e come se non bastasse è costretto ad affrontare nuovamente i suoi demoni.
Per farlo McG mescola gli elementi della teen comedy all’horror splatter e dà al tutto uno stile cartoonesco, con svariate citazioni filmiche e di videogame, scritte in sovrimpressione e personaggi stereotipati.
Il risultato? Noi ci siamo divertiti.