
Manhunter – Frammenti di un omicidio
L’ex agente dell’FBI Will Graham viene convinto a riprendere servizio per scovare un nuovo maniaco omicida. Tuttavia, per risolvere il caso è costretto a chiedere l’aiuto del dottor Lecktor, rinchiuso in prigione. Manhunter – Frammenti di un omicidio è un film di Michael Mann tratto dal romanzo di Thomas Harris Red Dragon.
Si tratta della prima apparizione cinematografica di Hannibal Lecter, qui “storpiato” in Lecktor, che tornerà 5 anni più tardi in Il silenzio degli innocenti.
Il film di Mann, uscito nel 1986, si pone in contrasto con i canoni del genere poliziesco. Non ci sono inseguimenti o sparatorie, ma il ritmo è compassato e il detective per risolvere il caso deve immedesimarsi nell’assassino, indagare la sua psicologia e capire perché agisce in un determinato modo. È quello che oggi potremmo chiamare profiler, una figura che negli anni successivi è diventata di moda nel cinema e nelle serie tv (Mindhunter ad esempio).
Ma Graham è anche un uomo fragile, lontano dalla mascolinità forte di molti protagonisti degli anni 80. Sull’altra sponda troviamo invece Lecktor, fastidioso e affascinante, e soprattutto Dollarhyde, l’assassino, attraverso la cui comprensione si dipana il caso stesso. Mann ci porta nella sua intimità e ci fa provare pena per lui con alcune scene emblematiche (l’appuntamento con la donna cieca e l’episodio della tigre).
Il tutto circoscritto da una regia nobile, dalla pregevole fotografia di Dante Spinotti (con un uso virtuoso della monocromia) e da scelte musicali originale, su tutte quel In-A-Gadda-Da-Vida degli Iron Butterfly, messo sul giradischi proprio dall’assassino nella scena più concitata del film.

