1986
-
La mosca
La mosca è il contraltare de La bella e la bestia, quando l'amore non può andare oltre l'estetica e la bestialità lo annienta.
-
Velluto blu
Forse è il modo migliore di approcciare la filmografia di David Lynch, senza cadere a capofitto nella tana del Bianconiglio, o forse, proprio per questo, meglio iniziare da Twin Peaks, Strade perdute o Mulholland drive e capire subito se il suo cinema fa per voi.
-
9 settimane e ½
9 settimane e ½ è uno dei film cult degli anni 80 di cui tutti, bene o male, abbiamo sentito parlare. Il film di Adrian Lyne racconta la relazione, soprattutto sessuale, tra l'agente di cambio John e l'impiegata di una galleria d'arte Elizabeth.
-
Mosquito Coast
Dopo il successo di Witness - Il testimone, Peter Weir torna a collaborare con Harrison Ford in un nuovo film, Mosquito Coast, dove l'attore dà prova peraltro di un'ottima interpretazione, probabilmente superiore a quella precedente, che gli era valsa il plauso della critica.
-
Grosso guaio a Chinatown
Quando uscì nel 1986, Grosso guaio a Chinatown fu una disfatta commerciale. Eppure, a distanza di anni, ne stiamo ancora parlando. Capiamo perché.
-
Labyrinth – Dove tutto è possibile
Dal creatore dei Muppets, un'avventura pura. Labyrinth fu un fiasco al botteghino all'uscita, ma venne rivalutato negli anni a seguire, diventando un cult.
-
Stand by me – Ricordo di un’estate
La storia di Stand by me sembra così semplice e banale, ma le immagini ricercate e le parole giuste rendono ogni dettaglio il tassello di un film che...
-
Il colore dei soldi
Eddy “Lo svelto” ha un erede? Sì, Martin Scorsese gira Il colore dei soldi, omaggio al film Lo spaccone, in cui Paul Newman torna a interpretare lo storico giocatore di biliardo, questa volta però nelle vesti del mentore di un nuovo spaccone, il talentuosissimo Vincent Lauria, interpretato da Tom Cruise. Si tratta di un ibrido tra il remake e il sequel, in cui vengono ripercorsi i temi del precedente film. Il protagonista sembra Tom Cruise, ma in realtà è Paul Newman, che supera una senilità auto-imposta e torna a essere il giovane talento del biliardo. I due compiono una evoluzione speculare nel film e la morale, infine, sembra quasi essere:…
-
Hannah e le sue sorelle
Hannah e le sue sorelle è un film tragicomico, come una risata isterica in un momento di crisi, inteso come vuole la sua etimologia greca, ovvero di profonda lucidità. Coraggioso per la scelta di parlare delle più recondite pulsioni dell’animo umano, dei quesiti che ci turbano, e di farlo con umorismo. Una personale riflessione per immagini che non può divertire o intrattenere con un certo ritmo per sua stessa genesi e che, anzi, riporta alla mente quei pensieri che scacciamo in una stanza della mente. La caratterizzazione dei personaggi è magistrale: quello interpretato da Woody Allen stesso, portatore non sano di ciò che ci siamo appena detti, e quello interpretato dal…
-
Top Gun
Primo grande successo per Tony Scott, che dirige un "rock'n'roll nei cieli", un cult degli anni 80. Ecco la recensione in pillole di Top Gun!
-
Aliens – Scontro finale
Come fare il seguito di un film cult come Alien, senza scadere nel ripetitivo o agiarsi nella popolarità? Beh, basta aggiungerci una “s” e affidarlo a James Cameron! Aliens – Scontro finale, pur restando nella fantascienza, scivola via dal genere horror e si identifica come film di guerra. La regia è favolosa, gli effetti speciali brillanti, o forse sarebbe meglio dire oscuri, realizzando uno spettacolo visivo con soli 6 costumi di alieni. I tagli della versione commerciale, assottigliano Ripley, che invece nella versione integrale acquisisce più femminilità, con un lato materno che dà spessore alla sua caratterizzazione. Un super finale chiude il tutto, con una straordinaria regina aliena. Una chicca per alcuni, da…
-
Luxo Junior
Dopo The Adventures of André and Wally B., John Lasseter prende in mano quello che sarà Luxo Junior, scrivendone soggetto e sceneggiatura e infine dirigendolo. Vi siete mai chiesti perché il simbolo della Pixar è una lampada? La risposta è Luxo Junior! Si tratta infatti del primo corto della Pixar da quando è conosciuta con questo nome e propone una evoluzione sia nella grafica che nella narrazione. Capace di dare tratti umani a oggetti inanimati come le lampade e a rappresentare anche uno scorcio d’infanzia e genitorialità, naturalmente traslata, con disarmante semplicità e tenerezza.