Pallottole su Broadway
David Shayne è un drammaturgo, autore di un’opera teatrale che considera un piccolo capolavoro, frutto del suo genio incompreso. Dalla stesura alla messa in scena non è però una passeggiata e deve scontrarsi con la realtà della vita, fatta delle moine e furbizie degli attori, di interessi economici e di quelli di un famigerato boss mafioso.
Woody Allen realizza una commedia apparentemente leggera, divertente e spigliata, ma che dietro al sipario riflette ironicamente sull’artista. Le pallottole su broadway sembrano talvolta punzecchiature dirette agli intellettualoidi, a chi crede che arte sia complicare, esprimersi a paroloni, eccedere in leziosità e barocchismi. Mentre Allen ci dice che l’ispirazione è nella vita quotidiana e l’artista può essere perfino Cheech, gangster scrittore.
Nel film c’è chi ha talento, come lui, chi ne è indissolubilmente privo (di quel preciso talento), chi lo desidera ardentemente o crede di possederlo, chi ne abusa. Sul palco del teatro sfilano una serie di personaggi fuori dalle righe, eccentrici e buffi, su tutti quello interpretato da Dianne West.
Ma alla fine bisogna fare i conti con la realtà, come ci ricorda un mantra tra le coppie del film: “ma tu ami l’uomo o l’artista?”. Ma l’uomo e l’artista sono la stessa persona?