Paradise hills
Co-produzione spagnola e statunitense, Paradise hills è il film d’esordio della regista Alice Waddington.
La protagonista del film, Uma, viene spedita in una sorta di centro benessere dopo aver rifiutato una proposta di matrimonio caldeggiata dalla madre. A Paradise hills lei e altre ragazze vengono aiutate a ritrovare sé stesse, guarendo i propri traumi con metodi un po’ particolari.
Di primo acchito il film ricorda il (bellissimo) La cura dal benessere, con cui condivide una certa affinità tematica, oltre alla ricerca di una bellezza estetica. La regia di Alice Waddington è infatti molto attenta alla composizione delle proprie inquadrature, giocando con la simmetria e gli accostamenti cromatici. Una ricercatezza che fa da contraltare a una storia fiacca, che per larga parte manca di conflitto e di appeal.
Alcune tagline del film la presentano come una sorta di storia d’emancipazione femminile, ma seppure il film racconti una ribellione al femminile, è lontana dal voler raccontare (o trasmettere) questo.
Il finale rivela un soggetto accattivante, che ha perso mordente nello sviluppo, impedendoci di apprezzare le svolte principali della trama.