paura in palcoscenico film recensione hitchcock
1950,  Innamorarsi,  Sorprendersi,  Tendere i nervi

Paura in palcoscenico

Jonathan Cooper è sconvolto. La grande diva, nonché sua amante, Charlotte Inwood ha ucciso il marito e gli ha chiesto un aiuto per sbarazzarsi delle prove. Nel farlo l’uomo però è stato visto sulla scena del crimine e ora è il primo indiziato. Paura in palcoscenico è un film di Alfred Hitchcock, considerato tra i minori, ma che in realtà si dimostra a distanza di tanti anni ancora molto divertente e avventuroso.

L’azione, a eccezione del finale, non si svolge sul palcoscenico come si potrebbe pensare dal titolo, che ha invece un significato metaforico (Stage fright – la paura del palcoscenico).

La storia si apre con un lungo flashback e ci presenta nuovamente il tema caro al regista dell’uomo incastrato in una situazione apparentemente senza via di scampo, con la differenza che qui il protagonista non riesce a salvarsi da solo. Jonathan è stupido e ha bisogno di aiuto per cavarsela.

E questo ci introduce alla prima delle due figure femminili forti del film. Eve, innamorata di lui, è un esempio di donna decisa e indipendente, in grado di prendere in mano la situazione. La seconda è invece una femme fatale, interpretata dalla femme fatale per eccellenza: Marlene Dietrich.

La storia è avvincente, c’è una love story e tanto umorismo. Ma il film all’epoca fu accolto tiepidamente per via del grande colpo di scena finale, che invece rende Paura in palcoscenico un film ancora moderno e bellissimo.