Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar
Qual è l’obiettivo di Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar? Rivitalizzare la saga o spremere ancora di più la spugna piena di dobloni? È necessario chiederselo per capire se il film va considerato di successo o no. Nello specifico: nel primo caso no, nel secondo sì.
Il film si apre, come da tradizione, con Jack Sparrow in fuga, regalandoci quella che come scopriremo è una delle migliori scene, da ricordare insieme a quella degli squali fantasma e poche altre.
La vendetta di Salazar riprende, ricalca e ripete il primo film della saga, La maledizione della prima luna, dall’esercito di non-morti afflitti da una maledizione agli sviluppi narrativi, riciclando le vecchie idee della saga, compresi dei padri smarriti, il buon Barbossa amico-nemico doppiogiochista, e il finale.
Le idee sono finite e dobbiamo farcene una ragione. Lo si denota dallo stesso Jack, che è privo dello spunto irriverente e sfacciato che l’ha reso speciale, conservando allo stesso tempo la capacità di cavarsela con grande maestria in ogni situazione. Qui addirittura è spesso relegato in disparte o forse siamo noi, che ormai, ci siamo abituati a lui.
Come scritto da Jim Vejvoda di IGN «è come vedere una rock band che fa le vecchie hit», per questo ci piace comunque, ma solo ricordandoci la magia che ci ha pervasi una volta.