Qualcosa di troppo
In preda alle delusioni, una donna desidera di essere uomo, perché così la vita sarà più facile. Il desiderio si realizza a metà, perché semplicemente le spunta qualcosa di troppo: un pene che inizierà a guidare le sue pulsioni sessuali.
Dalla storia traspare una visione dell’uomo che appena vede un paio di tette perde la testa, ma non solo. Sembra anche che essere uomo e avere un pene dia maggiore sicurezza e autorevolezza. Ok, Audrey Dana, regista e interprete, non ha ben chiari alcuni particolari dell’essere uomo, altri li esagera… ma in fondo va bene così, perché è proprio la parte più divertente e originale del film. Sia nel rapporto con l’amica e vicina di casa, che con il mondo esterno, l’ex marito, il ginecologo e i colleghi (all’ambiente di lavoro poteva anche essere dedicato più spazio, con ampia possibilità creativa e di risata).
Invece il film a un certo punto cambia stile ed è proprio quando il tono si fa sul romantico e amoroso che il ritmo cala, ci si annoia e si scende nella solita convenzionale commedia.
La regia è femminile non solo per il punto di vista, ma la vediamo anche dalle inquadrature di scarpe, di capelli e piccole sequenze (evitabili) su se stessa… Audrey Dana però decide anche di mostrarsi nuda e quindi la perdoniamo.
Ops, vi ho spoilerato il finale? Macché, vi ho convinti a guardarlo.